Con una testimonianza di Anthony Burgess e un'intervista a Stanley Kubrick, che da questo romanzo ha tratto l'omonimo film.
...ContinuaHo esitato molto prima di buttarmi nell'impresa che pensavo fosse leggere questo libro. Avevo letto parecchio sul gergo di Alex e dei suoi droogs, temevo di fare una fatica d'inferno. In realtà basta lasciarsi trasportare, non è così difficile ed è anche divertente, un po' come Holden ma più... slavo. La storia non è la stessa che abbiamo visto al cinema, perché c'è un capitolo numero 21 che nel film non esiste. Una vera violenza, eliminare un capitolo da un'opera divisa in tre parti da sette capitoli ciascuna, e poi l'ultimo capitolo è fondamentale. Anche quello mi ha fatto pensare un po' a Holden, ma è quello che mi è piaciuto meno. Troppo prolisso e insipido, per il mio gusto, dopo tanti sapori forti. Ma tant'è, nel complesso l'ho trovato un libro molto bello. "Funny", come dice Burroughs in quarta di copertina, ecco quello non direi.
...ContinuaUn romanzo “profetico” che, scritto nel 1962, a distanza di quasi sessant'anni è ancora attuale.
Alex, protagonista e io narrante, è un “simpatico” teppistello che racconta la sua storia con uno stile sempre tra l'ironico e il grottesco e un linguaggio, composto da neologismi tutti inventati, un vero e proprio slang giovanile (e ci vuole un attimo a prendere il ritmo giusto). A quindici anni si sente un “malcico” e di sera con i suoi compari compie nella città semi deserta azioni da “cinebrivido” quali stupri, violenze, rapine ai danni dei malcapitati “poldi” e “martini”, le persone normali che hanno la sfortuna di essere il loro bersaglio.
Le istituzioni non aiutano quelli come Alex, che vivono nel loro mondo di violenza senza prospettive, anzi.. così, una volta finito in galera, gli propongono di testare la “tecnica Ludovico” una sorta di lavaggio del cervello, che per reprimere a fin di bene gli impulsi criminali, gli inibisce il libero arbitrio, riducendolo a “un'arancia a orologeria,” tanto che, per il principio che nel più ci sta il meno, non è in grado di difendersi quando dovrebbe, e gli sono negate emozioni quali l'ascolto della musica preferita (Beethoven lo farà letteralmente impazzire...)
E se il governo inaugura solo politiche repressive volte a garantire ordine e sicurezza, di cui la “tecnica Ludovico” è l'ultima trovata, per l'opposizione progressista Alex così ridotto è un simbolo, una bandiera elettorale, ma non un essere umano e a nessuno importa veramente della sua sorte.
Certo non è una bella società quella immaginata da Burgess, e ognuno di noi può vederci echi e tratti della nostra contemporanea. Il romanzo in fondo è “divertente”, con i suoi toni ironici e grotteschi, anche se amari, e allo stesso tempo fa pensare. Certo il mio giudizio rimane influenzato dallo splendido film che Kubrick ne trasse qualche anno dopo: come non restare colpiti dall'incredibile sguardo di Malcolm McDowell? E la versione “ultraviolence” di Singin' in the rain?. Non divaghiamo troppo con i ricordi. Consigliatissimo. 4 stelle e mezzo.
audiolibro (ad alta voce - radio tre) - rivisto anche il film del 1971.
Un uomo che non può scegliere cessa di essere un uomo
La cosa più particolare del libro è senza dubbio il linguaggio
Proprio cinebrivido. Bene scrivesti, O signore -. Allora lui mi guardò fisso e disse: - Cosa? - Come se non mi avesse mai snicchiato prima. - Oh, - dissi, - questo lo chiamiamo il gergo moschetto. Tutti i teenagers l’adoprano, signore -. Così lui pistonò in cucina a lavare i piatti, lasciandomi lì in pigiama e toffole ad aspettare che mi capitasse quello che mi doveva capitare perché tanto di progetti miei non ne avevo, O fratelli.
Questo linguaggio moschetto deve aver fatto ammattire la traduttrice Floriana Bossi di cui ho cercato invano notizie in rete, finendo per accontentarmi di questo trafiletto scritto da un suo collega, Angelo Morino:
-A questo proposito, mi piace dedicare un ricordo a Floriana Bossi, ottima traduttrice dall’inglese, responsabile, fra l’altro, dell’Arancia meccanica di Anthony Burgess e dei racconti di Katherine Mansfield. Floriana Bossi – che si è poi dedicata all’astrologia – smetteva di tradurre dopo molti anni dedicati a tale attività proprio mentre io cominciavo a tradurre. Ricordo che mi parlò di questa stanchezza e che me la preannunciò, sebbene all’epoca io non avessi voluto crederci.-
Il moschetto (Nadsat) è il linguaggio inventato da Burgess ed è costituito da un mix di parole inglesi e russe variamente combinate, talvolta non appartenenti a nessuna delle due lingue. Su wikipedia ho letto
“Consapevole che se avesse usato un modo di parlare al tempo in uso il romanzo sarebbe diventato molto presto datato, creò allora il Nadsat. L'uso di tale slang è quindi essenzialmente pragmatico; aveva bisogno che il suo narratore avesse una voce unica che restasse senza età rafforzando nel contempo l'indifferenza di Alex alle norme della sua società, e suggerendo che la sottocultura giovanile esiste indipendentemente dal resto della società. In Arancia Meccanica, gli interrogatori di Alex descrivono la fonte del suo argot come "penetrazione subliminale".
https://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_nadsat
Ed è stato illuminante. Durante la lettura mi chiedevo se il linguaggio mi piacesse e se fosse funzionale. Era comprensibile ma richiedeva un’attenzione supplementare se non si voleva tornare indietro a ricercare i termini per aver conferma dei significati. Dunque secondo Burgess sarebbe stato funzionale a lunga scadenza, sarebbe stato un elisir di lunga giovinezza. Io credo che più del Nadsat sia stato il film di Stanley Kubrick a tele trasportare Arancia Meccanica nel nuovo millennio. Ho letto che prima di lui ne aveva fatto una trasposizione Andy Wharol, evidentemente dimenticabile, tant’è che non ne avevo mai sentito parlare. Il cuore del libro è racchiuso nelle parole del salmiere della prista (cappellano della prigione)
Che cos’è che Dio vuole? Dio vuole il bene o la scelta del bene? Un uomo che sceglie il male è forse in qualche modo migliore di un uomo cui è stato imposto il bene?
È un libro sulla violenza e sul tentativo di controllarla, sul piacere che genera in chi la esercita. Il protagonista ha solo 15 anni quando inizia a delinquere drogato di latte corretto con la mescalina. La sua carriera culminerà in due omicidi e nella partecipazione al Metodo sperimentale di riabilitazione -Ludovico- che consisterà nell'esposizione forzata ad interminabili visioni di film violenti affinché avvenga prima una catarsi, poi la repulsione per gli atti scellerati. Tutto ciò in una Londra futuribile, immaginata ad inizio anni ’60.
Ho letto il libro per rinverdire il ricordo del film che vidi 25 anni fa. Non mi ha deluso ma non mi ha neppure entusiasmato al punto di consigliarne la lettura. Certo è che se siete appassionati di musica classica dovreste farci un pensiero, il libro ne è satollo.
Scritto in una neolignua che è solo uno slang locale fatto di sostituzione di parole (interessante, ma non vitale) , Burgess parla di violenza e condizionamento della società e di bilanciamento fra le forze.
Il testo riesce bene, perché va spedito al punto, lasciandosi leggere con facilità (nonostante la neolingua) rendendo anche più chiaro il film di Kubrick (che ha ricalcato il testo in maniera pedissequa).
Il capitolo finale con il finale moralizzante è di un posticcio e stonato imbarazzante.