‘L’invasione delle tenebre’ è il terzo e conclusivo romanzo della trilogia dei ‘Dannati’ dell’autore americano Glenn Cooper.
Ovviamente anche in questo caso non leggete oltre il mio commento, se siete interessati al ciclo di romanzi e non volete imbattervi in alcuna anticipazione.
Cooper è andato migliorando nella stesura della sua trilogia in termini di ricchezza di personaggi, oltre che nell’intensità e complessità della trama.
Gli scenari e le vicende che coinvolgono i protagonisti sono più variegati e la curiosità del lettore rimane alta per altre 470 pagine, prima del colpo di scena finale spettacolare e, a dire la verità, anche piuttosto melodrammatico.
Dopo la conclusione de ‘La porta delle tenebre’ il passaggio spazio-temporale non si chiude più allo spegnimento del collisore inglese MAAC, ma si allarga e ad esso si aggiungono altri punti di passaggio che si formano in corrispondenza con i magneti superconduttori interrati nell’anello in cui i fasci di particelle collidono.
Ormai le autorità inglesi non possono più proteggersi mantenendo la segretezza.
Viene coinvolto il SAS, l’esercito e le più moderne tecnologie per la sorveglianza del territorio.
Londra stessa diviene zona di caccia per i dannati che si riversano sulla Terra attraverso i passaggi dimensionali.
Cooper nell’adottare quegli espedienti funzionali a suscitare nel lettore le emozioni che lo spingono a divorare le pagine, non riesce però ad evitare alcuni peccati.
In primo luogo i personaggi sono talora eccessivamente stereotipati: il protagonista è il classico eroe tutto d’un pezzo che non si scoraggia mai, la sua compagna è la altrettanto classica bionda irresistibile ed intelligente che suscita le brame di tutti coloro che la circondano.
Ad essi si aggiunge il leccapiedi doppiogiochista destinato a tradirli, il fratello del protagonista che ha vissuto una vita all’ombra del successo di quest’ultimo e per questo è dedito alla bottiglia, e tutto un corollario di personaggi minori dei quali si intuisce facilmente che sono destinati a ricoprire i ruoli delle vittime designate.
Un altro aspetto che non mi ha mai convinto sin dal principio è l’ambientazione infernale descritta da Cooper, molto diversa dall’immaginario comune, e questo ci sta, ma troppo poco convincente.
E la prova di questo la danno più di un personaggio che accetta di restare nell’inferno cooperiano anziché tornare tra i vivi.
Insomma per farla breve l’Oltre in questi romanzi non è neanche lontanamente il terribile luogo che ci suggerisce la parola: Inferno.
Certo ci sono assassini, stupratori e ladri, non c’è il sole, non potendo morire le sofferenze sono senza fine, ma ad un certo punto un celebre dittatore preferisce continuare a spadroneggiare all’inferno piuttosto che affrontare l’ignoto tornando sulla Terra.
Perciò è lo stesso Cooper a riconoscerlo involontariamente con questo episodio.
Trama coinvolgente, azione, varietà di scenari e personaggi ci portano comodamente alla fine della trilogia, ma ripensando ancora una volta alla ‘Biblioteca dei morti’ è inevitabile pensare che l’autore abbia dato il meglio di sé al suo esordio letterario senza riuscire a ripetersi.
Devo dire che questa trilogia non mi ha appassionato come la prima, relativa alla biblioteca dei morti. È comunque godibile, scorrevole e apprezzabile.
Cooper tende a ripetersi e, una volta letto il primo, tutti seguono sulla medesima falsariga.
Comunque sufficiente.
Che dire di questo ultimo libro? Un po' sottotono rispetto ai primi due. Ben lontano dal senso di meraviglia in parte generato dal primo libro.
Qui i personaggi inseriti non sono nulla di nuovo. Alcuni vengono ripescati giusto per un paio di pagine e poi abbandonati e dimenticati. Insomma, la classica ansia da finale che porta molti autori a chiudere in fretta e furia i loro racconti, perdendo molto dello stile e del buono scritto in fase iniziale.
Ciò che, tutto sommato, salva da un finale scontato e quasi noioso, sono davvero le ultime 2 pagine. Con il colpo di teatro che, sinceramente, non mi aspettavo e che ha fatto guadagnare, per i miei gusti, una stella alla qualità del libro.