Audiolibro (Biblioteca)
Da molti anni un classico per la lettura dei ragazzi, spesso già letto addirittura nelle scuole. Diciamo che già il titolo racconta tutto, perché alla fine quello succede, “gabbiana” che muore uccisa dal veleno degli uomini, lascia in eredità un uovo ad un gatto, raccomandandosi tanto. La metafora sulla misericordia e sull’accettazione del diverso è facile, però scriverla in maniera così carina e pulita, non è da tutti. Legge addirittura Gerry Scotti… e già fosse solo per quello….
Una favola piena di insegnamenti e di tenerezza, con dei personaggi davvero speciali, sull'accettazione della diversità, sul coraggio, sulla solidarietà e molto altro in quello che forse è il capolavoro di Luis Sepúlveda. Meraviglia.
È un passatempo divertente, delicato, che fa sorridere e sognare. Purtroppo, nemmeno lontanamente il capolavoro assoluto che mi aspettavo, vista la fama di cui gode.
Non nego che la storia sia carina, ma è chiaramente dedicata ad un pubblico di giovanissimi.
Semplice e lineare, comunica un bel messaggio di tolleranza.
Nel Mare del Nord, alla foce dell’Elba, una gabbiana sta pescando aringhe quando è sommersa da una chiazza di petrolio. Riesce a fatica a volare fino alla costa e atterra su un balcone, dove sta riposando il gattone nero Zorba, lasciato solo dai padroni in vacanza. Un vicino di casa gli fornisce il pasto giornaliero. La gabbiana morente riesce a strappare una promessa al micio: si prenderà cura dell’uovo appena deposto, proteggerà il pulcino e gli insegnerà a volare. Così Zorba, sostenuto dagli amici gatti del porto, cova l’uovo per il tempo canonico e nutre il pulcino. Insegnargli a volare, però, è un compito arduo, e dovrà cercare aiuto. E’ una simpatica favola per bambini, che può piacere anche agli adulti: lo stile è leggero, scorrevole, divertente, non è lacrimoso nella descrizione della morte della gabbiana e non si lancia in arringhe ecologiste, anche se la morte dell’uccello è causata dal petrolio. Il racconto ha una chiara finalità educativa e didattica: destinato a bambini delle scuole elementari, vuole insegnare ai più piccoli il rispetto per il diverso e per la natura, ad assumersi delle responsabilità e a proteggere i più deboli. Gli animali, infatti, a differenza degli umani, non parlano, ma miagolano o stridono, ciascuno nel proprio idioma, però riescono capirsi fra loro, e anche ad apprendere il linguaggio degli uomini. Lo studiano, come una lingua straniera. E’ divertente come il cartone animato che ne è stato tratto, e che avevo apprezzato. Leggerò altri libri di Sepùlveda. Il titolo, però, è davvero troppo lungo e dispersivo.
...Continua